Phil Knight, imprenditore Usa che da un viaggio in Giappone torna in America e nel giro di qualche anno dà vita alla Nike

Philip Hampson Knight nasce a Portland nel febbraio del 1938, inizia a collaborare con l’Oregon Journal mentre si laurea in giornalismo nel 1959. Nonostante la sua passione per il giornalismo Knight intraprende la professione di contabile dopo aver conseguito la seconda laura proprio in contabilità.

La sua vita sembra scorrere su binari ben definiti: un lavoro stabile e una vita tranquilla. Tuttavia, l’aspirazione di Knight è differente e intraprende una serie di viaggi in tutto il mondo. Durante un suo soggiorno in Giappone, a Kobe, si imbatte in un paio di scarpe sportive che ne catturano l’attenzione.

Le scarpe prodotte portavano il marchio Tiger (che di lì a breve diventerà ASICS) e Knight ne apprezza fin da subito la qualità e il design tanto da fargli pensare che ben presto i marchi giapponesi di articoli sportivi avrebbero soppiantato quelli tedeschi. Un po’, come era accaduto tra Kodak e Polaroid (link).

Comincia la scalata verso il successo

Impressionato dalla qualità e dal basso costo delle scarpe, Knight chiama Mr. Onitsuka (CEO di Tiger), che accetta di incontrarlo. Alla fine dell’incontro, Phil Knight riesce a strappare un accordo con l’imprenditore nipponico accaparrandosi i diritti di distribuzione di Tiger per gli Stati Uniti occidentali.

Tornato in America scopre che i prodotti non sarebbero arrivati prima di dodici mesi, così si ricicla, ancora una volta, come contabile a Portland. Una volta arrivati, Knight non perde tempo e spedisce i campioni al suo allenatore ai tempi dell’università, Bill Bowerman che, come Phil se ne innamora; tanto da proporgli di entrare in società e vendere le scarpe.

I due fondano così la Blue Ribbon Sports il 25 gennaio 1964. Knight girava da costa a costa con la sua auto per vendere e proporre i suoi prodotti e grazie ai guadagni racimolati abbandona il lavoro da contabile dedicandosi a tempo pieno alla sua neonata creatura.

In pochi mesi l’azienda riesce a vendere 1300 paia di scarpe da corsa, nel 1965 le vendite raggiungono quota 20.000. Nel 1966 la BRS apre il suo primo negozio al dettaglio a Santa Monica, in California; l’anno successivo. Negli anni ’70 i giapponesi decidono di vendere le scarpe direttamente sotto il loro marchio, divenuto ormai ASICS.

Phil Knight e Bill Bowerman riassettano l’intera società: prima ne cambiano il nome passando da Blue Ribbon Sports a Nike Inc., dietro il suggerimento di Jeff Johnson, il primo dipendente della Nike, che suggerì di ispirarsi all’omonima dea greca della vittoria. Oltre al naming viene cambiato anche il logo. Il famoso Swoosh , divenuto ormai icona mondiale, è stato realizzato dalla , studentessa di graphic design Carolyn Davidson per soli 35 dollari.

La Nike si afferma come leader di settore

Grazie all’abilità di Knight, la Nike si afferma ben presto come uno dei leader internazionali di abbigliamento sportivo, divenendo un brand conosciuto ed apprezzato in tutto il globo. Oltre alla qualità dei suoi prodotti e le svariate partnership con atleti di fama mondiale e team di qualsiasi sport, risiederà nel marketing la chiave del successo della società americana.

La passione per il cinema porta Phil Knight ad acquistare la maggioranza delle quote della Will Vinton Studios, società di animazione cinematografica. Dapprima entra con una quota del 15% poi però ne prende l’intero possesso, cambiandone il nome, nel 2003, in Laika e cedendola al figlio Travis.

Nel 1997 la Nike viene accusata di sfruttamento minorile nelle proprie fabbriche sparse nel terzo mondo, ma Knight più volte ha smentito tali tesi. Dopo la morte del figlio Matthew, nel 2004, si dimette da ruolo di CEO dall’azienda d’abbigliamento rimanendone comunque presidente. Secondo Forbes occupa nel 2018 il 28º posto tra le persone più ricche del mondo con un patrimonio stimato di 30 miliardi di dollari.

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