Parola ai consulenti OSM: Vincenzo Termine

OSM è un’azienda differente, diversa da quelle per cui per anni ho lavorato, la prima novità risiede nelle Academy mensili in cui l’azienda si ferma per studiare.

Ma ecco che proprio all’interno di questi percorsi di studi ci sono due novità: la prima, bellissima, è che apprendiamo da imprenditori. Il circolo di informazioni avviene, infatti, per esperienze provate: non sono classiche lezioni docente alunno, ma imprenditore-imprenditore. Una piccola rivoluzione, perché alla teoria affianchi la pratica, quella vera, quella già vissuta da chi racconta la propria storia. La seconda, più che una novità, è una riscoperta: riprendere l’abitudine di cercare nel dizionario. Troppo spesso diamo per scontati vocaboli, alle volte è meglio tornare bambini e ricercarli per arricchire la nostra conoscenza.
Da questo prologo necessario voglio iniziare raccontando la mia esperienza con la parola “Grazie”.

Cominciamo dunque dal significato che ci offre il vocabolario, ‘Grazie’: “usato per ringraziare qualcuno, per esprimere la propria gratitudine”. Dunque, cerchiamo ‘Gratitudine’: “Sentimento e disposizione d’animo che comporta affetto verso chi ci ha fatto del bene, ricordo del beneficio ricevuto e desiderio di poterlo ricambiare”.

La magia nel significato di due semplici parole, “ricordo del beneficio e desiderio di poterlo ricambiare”. Ma quanto ci costa dire grazie? Quando ringraziamo chi ci affianca nel nostro lavoro? Paghiamo i “grazie”?

Alle volte sembra proprio di si e li usiamo in modo centellinato, in una mia “vita precedente” ringraziavo semplicemente con un “Amunì ta spirugghi” (per in non siciliani “dai in fondo ne sei capace”), era la mia massima forma di complimento. Poi un giorno, dopo aver letto un libro ho deciso di metter in pratica la magia di questa parola. Il potere che sprigiona è incredibile. Imparare a ringraziare non è una cosa semplice, bisogna cominciare col ringraziare ogni mattina per tutto quello che abbiamo e pian piano ringraziare per qualsiasi cosa, perché nulla è dovuto ed un semplice gesto positivo va valorizzato.

Ecco che col tempo ho iniziato ad utilizzare questa filosofia di vita nel mondo del lavoro. Questa estate in una delle strutture turistiche dove ho lavorato avevo una collega che probabilmente un grazie non lo aveva mai ricevuto, veniva già stanca a lavoro, venivano sottolineati solo i suoi difetti, o il suo poco amore per la tecnologia.

Oggi siamo diventati grandi amici, ma quello che qui mi preme sottolineare è stato il suo cambiamento: la fiducia in se stessa, la scoperta di essere “brava”. Perché sì, noi siamo bravi, magari non in tutto, non siamo perfetti, ma indubbiamente siamo bravi in qualcosa ed è compito di ognuno di noi sottolineare in cosa gli altri sono capaci. E’ un potere enorme.

Ma cosa accade? l’universo si allinea e tutto torna, aumenta la produzione, aumenta la gioia di recarsi a lavoro e dunque il rapporto con i nostri colleghi o con i nostri clienti. La voglia rimettersi in gioco e di provare ad usare anche nuovi metodi di lavoro, la voglia di andar oltre le paure. Tutto per “un semplice grazie”.

Quindi carissimi impariamo ad ascoltare, impariamo a capire le esigenze, guardiamo i pregi e non focalizziamoci sempre sui difetti e soprattutto impariamo a ringraziare perché in una vita in cui dobbiamo lottare per conquistare il nostro posto nel mondo sentirsi dire grazie è bello. Provateci.

Vincenzo Termine

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