Kōnosuke Matsushita, l’imprenditore giapponese che costruiva spine elettrice dal seminterrato di casa, ha fondato la Panasonuc, leader tecnologico nipponico

Konosuke Matsushita nacque il 27 novembre 1894, a Wakayama, in Giappone. I suoi genitori erano benestanti al momento della sua nascita, ma la famiglia si impoverì ben presto a causa di alcuni errati investimenti da parte di suo padre. Furono costretti a vendere tutto ciò che possedevano di valore e a trasferirsi in un piccolo appartamento.

Rimasto orfano all’età di 9 anni Matsushita abbandonò la scuola e andò ad Osaka a lavorare come apprendista per un negozio di hibachi, i bracieri giapponesi. Meno di un anno dopo, il negozio chiuse, e Matsushita se ne andò in cerca di nuovo lavoro. Fece domanda per un posto di lavoro presso la Osaka Electric Light Company. Cominciò come assistente al cablaggio, ma divenne ben presto un elettricista.

Dopo essere diventato ispettore elettronico, a 22 anni, sposò Mumeno Iue, una delle amiche di sua sorella. Inventò una nuova forma di porta lampada, ma il suo capo non si interessò mai molto alla sua idea. Questo in parte contribuì a renderlo insoddisfatto per il suo lavoro, e ben presto abbandonò la società.

Ebbe l’idea di mettersi in proprio e sfruttare il suo genio per creare una società tutto da solo. Reclutò tre assistenti oltre alla moglie e al cognato. Nel seminterrato della sua casa progettò una spina elettrica meno costosa e più performante di quelle del mercato di allora. Tuttavia, nonostante i pareri positivi dei grossisti, nessuno di loro volle comprare il suo prodotto perché era un unicum ed essi cercavano più tipologie di prodotti da poter comprare.

A un passo dalla bancarotta

Pian piano tutti i collaboratori lo abbandonarono, solo la moglie e il cognato erano rimasti al suo fianco. Un attimo prima della bancarotta, un inaspettato ordine di mille piastre isolanti per ventilatori elettrici gli permisero di salvare la sua neonata attività.

I prodotti di Kōnosuke Matsushita erano migliori sia per prezzo che qualità e ben presto la voce si sparse in tutto il paese. Man mano che crescevano i guadagni egli investiva tutto e nel 1918 nasce la Matsushita Electric Housewares Manufacturing Works che sarebbe diventata Panasonic.

Gli affari continuavano ad andare bene, ma il boom per la Panasonic venne qualche anno dopo, con il lancio della lampadina a proiettile per biciclette. Sebbene le lampade per biciclette a batteria esistessero già, erano generalmente inaffidabili e tendevano a spegnersi in circa tre ore; la sua garantiva un’autonomia fino a 40 ore!

Visto lo scetticismo dei grossisti e la loro reticenza a commercializzare il prodotto, Konosuke decise di aggirare il problema inviando i campioni direttamente ai proprietari di negozi di biciclette, sfidandoli a testare da soli le prestazioni della sua lampada. La lampada a batteria di Matsushita ebbe un tale successo che molte persone le usarono al posto delle tradizionali lampade a cherosene. Fu la consacrazione della Matsushita Electric che divenne un gigante del settore.

Dalle stelle alle stalle: Konosuke Matsushita affronta crisi e guerre

La lampada a proiettile del 1923 fu seguita da una stufa elettrica, un tavolo riscaldato elettricamente, un nuovo tipo di termostato, motori elettrici e ventilatori elettrici. L’espansione però subisce una brusca frenata a causa della grande crisi del ’29, Matsushita pur di non licenziare i suoi collaboratori, quella che definiva la sua famiglia, diminuì la produzione spostando gli operai nel settore vendita. Inoltre, dimezzò le loro ore di lavoro mantenendo i loro salari. Le altre aziende chiudevano, la Matsushita Electric resistette.

 Durante la guerra sostenne, come tutte le aziende nipponiche, lo sforzo bellico e alla fine del conflitto le forze americane deposero Kōnosuke Matsushita dalla carica di presidente della sua società; sembrava la fine: Panasonic aveva perso 32 tra stabilimenti e uffici. Ma i suoi collaboratori memori degli sforzi compiuti dal visionario imprenditore in un tempo di crisi raccolsero oltre 15mila firme per farlo restare al timone dell’azienda.

La ripresa di Panasonic fu lenta, a causa soprattutto delle restrizioni economiche imposte dalle forze americane; solo dopo il 1950 l’azienda poté operare nuovamente in piena autonomia. Furono anni di grande espansione figlia anche della partnership commerciale con l’olandese Philips.

Nel 1961, si fece da parte come presidente di Panasonic e passò l’azienda al genero, Masaharu Matsushita. Svolse ancora un ruolo attivo nella società fino al suo pensionamento nel 1973. Una volta in pensione, Matsushita ebbe l’idea di condividere la sua filosofia per le imprese e per la società. Scrisse 44 libri, vendendo milioni di copie.

“Riconoscendo le nostre responsabilità di industriali, ci dedicheremo al progresso e allo sviluppo della società e al benessere delle persone attraverso le nostre attività commerciali, migliorando così la qualità della vita in tutto il mondo”.

Panasonic leader mondiale e prima azienda giapponese

Alla fine degli anni ’80, i ricavi di Kōnosuke Matsushita raggiunsero l’enorme cifra di 42 miliardi di dollari. Con quasi 20.000 dipendenti, Matsushita ha sviluppato nomi di marchi familiari come National, Panasonic e Technics.

Il successo di Matsushita lo ha reso il più grande miliardario del Giappone, nonché l’uomo d’affari più ammirato. La sua filosofia aziendale ha portato alla tradizione giapponese della “gestione paterna”, per cui i dipendenti sono visti come parte di una “famiglia” all’interno dell’azienda e hanno la garanzia di un impiego a vita, senza timore di licenziamenti.

Per Matsushita, la sua missione di manifattura era superare la povertà, alleviare la società nel suo insieme dalla miseria e portare ricchezza. Affari e produzione, non avevano lo scopo di arricchire solo gli imprenditori, gli investitori, i dipendenti oi negozi, ma anche tutto il resto della società.

Konosuke Matsushita aveva 94 anni quando morì a Tokyo il 27 aprile 1989.

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