Un progetto d’impresa può fallire a diversi livelli di alert.
A livello 0 il tuo progetto è animato da una grande motivazione che coinvolge il gruppo dei collaboratori. Non vedi ostacoli, credi nel progetto e riesci a proiettare il sogno che anche gli altri riescono a scorgere in maniera nitida. Tutto ti sembra scorrere secondo i tuoi piani, ottieni la collaborazione che ti permette di conquistare gli obiettivi intermedi che ti avvicinano al risultato che sogni da sempre.
A livello 1 la vita d’impresa non è poi così divertente. Qualcuno non contribuisce ai tasselli necessari alla riuscita del progetto. Può essere il marketing che non riesce ad alimentare le vendite oppure queste ultime non decollano come dovrebbero. La tua motivazione è un pochino compromessa, senti che qualcosa non sta andando come auspicabile. Pigi nell’acceleratore, il tuo sogno ti anima ancora.

Il livello 2 scatta quando la tua convinzione inizia a vacillare. Invece di guardare alle cause interne focalizza l’attenzione ai fattori esterni che non ripagano i tuoi sforzi. In realtà stai guardando dalla parte sbagliata. Qualcuno (o tu stesso) non sta facendo davvero quello che dovrebbe fare nel suo ruolo, giustifica i risultati modesti invece di cambiare qualcosa che non sta funzionando. Inizi ad essere critico nei confronti degli altri, a volte anche verso i clienti. Dovresti chiedere un aiuto esterno (tu ormai sei compromesso) per comprendere dove stanno davvero i problemi. Potresti anche avere la fortuna che qualche consulente brillante bussi alla tua porta, ma ormai vedi in modo così confuso che lo scambi per il solito personaggio che ti farà perdere tempo e denaro (che inizia a scarseggiare come l’acqua nel deserto).
Il livello 3 sancisce il passaggio imminente ad un punto di non ritorno. I risultati sono deludenti, tu passi il tempo infuriato a prendertela con tutti. La sirena della liquidità è sempre accesa e si è spenta la luce della tua motivazione, della tua lucidità. I collaboratori hanno timore a prendere iniziative visto il modo con cui li tratti e tu invece li critichi perché costantemente ti chiedono “cosa devo fare adesso”. Quando sei pervaso da qualche lampo di serenità momentaneo pensi che il brutto periodo presto passerà ma ormai non ti rendi conto che questa è una nuova normalità. Già da tempo avresti dovuto dar retta a qualcuno di esterno che ti proponeva di aggiornare le tue competenze manageriali, di migliorare con la formazione il rendimento dei tuoi migliori collaboratori e di allontanare i peggiori sostituendoli con metodi di selezione professionali ed efficaci. Ma non ti accorgi che i fidi non bastano più, che i fornitori sono stanchi delle tue false promesse, che i migliori sono alla ricerca di nuove migliori opportunità. Stai restando solo ma sei l’ultimo a saperlo. I sogni sono infranti ma tu stai guardando da un’altra parte con la coscienza apperentemente appagata dalla situazione negativa di “tutte” le aziende che chiudono. Peccato che non vedi più quelle che vanno bene. Ormai sei accecato dalla rabbia e dalla delusione ma hai messo su gli occhiali sbagliati. Non riesci a riconoscere persone e situazioni, dai la colpa alle persone sbagliate. Dai retta a persone sbagliate che ti consigliano di tagliare, ridimensionare, di farti furbo con lo stato e con i collaboratori che in passato ti hanno tanto creduto ed aiutato. Ed ora invece li tradisci… Qui hai superato il punto di non ritorno. Non senti più nemmeno l’allarme del sistema anti-intrusione: il fallimento è ormai dentro e si espande come un gas nervino, è dappertutto. La gente scappa, ma mentalmente sei scappato prima tu. La fine è vicina, ti stai solo occupando di come salvarti dall’impatto anche a scapito degli altri che forse non hanno alcuna colpa del tuo disastro.
Livello 4: fallimento, punto.
Si poteva evitare? Perchè si parte motivati da un sogno e si rischia di finire immersi nella delusione?
Oltre alle difficoltà che i mercati di oggi presentano ed alla velocità con cui è necessario intervenire in azienda per cambiare ciò che non funziona bene, esistono almeno 5 modi, di norma sottovalutati, con i quali contribuire al fallimento della propria impresa.
PRIMO – Avere un atteggiamento focalizzato sui fattori esterni che condizionano il tuo business. Non puoi controllarli pertanto finisci per deprimere la tua motivazione e accentuare la tua lamentela verso gli altri ( clienti, fornitori, collaboratori ).
SECONDO – Evitare la propria formazione e negare quella destinata ai collaboratori. I migliori tendono a demotivarsi ed a rendere sempre meno. I peggiori … semplicemente peggiorano. Fare impresa diventa sempre più difficile.
TERZO – Sbagliare nella valutazione delle persone. Inserire In azienda collaboratori senza selezionarli e/o gestirli senza precisi protocolli. Presto o tardi finisci per inserire persone negative delle quali diventi ostaggio. E fare impresa non è più così divertente …
QUARTO – Criticare in modo manifesto o anche solo mentalmente i collaboratori che non vanno bene invece di fare qualcosa per migliorare il loro rendimento. Da li a poco inizi a criticare anche fornitori e clienti e, non sai perchè, ma i risultati iniziano a calare sempre di più.
QUINTO – Ritenere che prima o poi tutto tornerà come prima, che la crisi passerà come è successo nel passato. Il mondo cambierà ancora più rapidamente, questa è la nuova normalità. Se non cambi, ti estingui.

Gaetano Seminara
Direttore Tecnico Osm Value

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