Miuccia Prada: la ragazza che voleva fare l’attrice che ha trasformato il marchio Prada in un’azienda da oltre tre miliardi di euro di fatturato
Miuccia Prada, all’anagrafe Maria Bianchi, nasce a Milano il 10 maggio 1948. I suoi genitori sono Gino Bianchi e Luisa Prada, eredi del negozio di pelletteria Fratelli Prada, fondato nel 1913. Miuccia vuole fare l’attrice e contestualmente agli studi universitari, frequenta il corso di recitazione al Piccolo di Milano.
Dopo la laurea in scienze politiche nel 1971 fa il suo ingresso in azienda e sette anni dopo, assieme al marito Patrizio Bertella, subentra ai genitori alla guida dell’azienda di famiglia. L’obiettivo di Miuccia è chiaro: trasformare quella piccola azienda in un gruppo mondiale del settore del lusso in grado di tenere testa a griffe come Louis Vuitton, Chanel e Gucci.
La stilista comincia con il creare una linea di abbigliamento che rappresenti lei e la donna dell’epoca. Per buona parte degli Anni 80 si dedica, alla creazione di borse, scarpe e zaini. Proprio questi ultimi, grazie al brevetto di un nylon effetto seta, chiamato Pocono, fanno il boom. Comodi, resistenti e impermeabili, essi erano la risposta perfetta alle esigenze della donna dell’epoca che voleva muoversi con leggerezza e avere mani libere.
L’ascesa di Prada
Di lì a poco gli accessori Prada diventano richiestissimi. Anche per questo che Miuccia decide di operare un restyling del logo: un triangolo rovesciato che si ispira alla fibbia di chiusura dei bauli prodotti dal nonno. Le tappe dell’ascesa di Miuccia Prada nell’Olimpo della moda riflettono le sue intuizioni creative e l’evoluzione delle strategie d’impresa e di comunicazione di Bertelli.
Nel 1983 e nel 1989 il brand presenta, rispettivamente, la prima collezione di scarpe e la prima collezione di prêt-à-porter femminile. La linea di debutto nell’abbigliamento suscita freddezza nel pubblico italiano, in particolare tra esperti del settore e la stampa, ma il rigore stilistico, l’eleganza minimale e l’uso di materiali industriali mixati a quelli più delicati come seta e chiffon spopola tra New York e Londra.
“Ciò che indossi è quello che presenti di te al mondo, specialmente oggi, quando i contatti umani sono così veloci. La moda è un linguaggio istantaneo”.
Da Miu Miu alla fondazione
Nel 1993 Miuccia Prada fonda Miu Miu, marchio pensato proprio per le donne giovani: irriverente, elegante e sensuale. La scommessa è soprattutto sugli accessori e le calzature, con scarpe-scultura, pantofole in velluto ricamate, maxi-sacche con manico a treccia. Il marchio diventa una vera e propria holding di moda: nel 1995, Prada ingloba Helmut Lang, Jil Sander, Church, Fendi, Car Shoe e Azzedine Alaïa
Tra gli interessi dell’imprenditrice milanese ci sono l’architettura, la filosofia e soprattutto l’arte. Per lei non esistono schemi da seguire, la sua ricetta per andare oltre gli standard è il dialogo tra gli opposti. Il marchio Prada è sinonimo di stile avanguardista e di cura certosina di ogni dettaglio. Nel 1993 assieme al marito istituisce il progetto Prada Milano Arte, in seguito ribattezzato Fondazione Prada, che promuove mostre ed esposizioni.
Il gruppo Prada viene quotato in borsa
Nel 2011 il gruppo Prada viene quotato nella borsa Hong Kong dove confluiscono anche i marchi Car Shoe (rilevato nel 2001) e Church’s (2003). La produzione del Gruppo è concentrata in una decina di stabilimenti, oltre ai laboratori di ricerca e sviluppo. Tutte le fasi del processo produttivo sono controllate direttamente: dalla scelta all’acquisto dei materiali, dalla realizzazione dei prototipi alla pianificazione e al coordinamento della produzione interna ed esterna. La distribuzione tocca oltre 70 paesi. Nel secondo una classifica della rivista Forbes, è una tra le donne più ricche d’Italia, con un patrimonio di oltre 5 miliardi di euro.