Adriano Olivetti l’ingegnere chimico che ha consacrato l’omonima azienda di famiglia nell’olimpo dei grandi
Adriano Olivetti, (Ivrea, 11 aprile 1901 – Aigle, 27 febbraio 1960) imprenditore italiano, presidente della Ing. C. Olivetti & C., la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Grazie alle sue idee innovative in campo imprenditoriale è riuscito a trasformare un’azienda di famiglia in una multinazionale sparsa in tutto il mondo. Le sue idee, che univano innovazione, architettura e design made in Italy, hanno ispirato Steve Jobs e la Apple.
Adriano Olivetti, figlio di Carlo l’imprenditore italiano che aveva dato vita all’azienda che produceva macchine da scrivere nei pressi di Ivrea. Laureato in ingegneria chimica al politecnico di Torino entra nell’azienda di famiglia partendo dal basso. Viene inserito in catena di montaggio dove sviluppa una grande empatia con i lavoratori ascoltando e intercettando i loro bisogni.
Nel 1938 Adriano Olivetti diventa Presidente della società portando immediatamente la sua visione innovativa in ogni campo aziendale. Vengono lanciati sul mercato nuovi prodotti dalle macchine da scrivere ai calcolatori, ma la novità non risiedeva solamente nelle caratteristiche tecniche degli strumenti, ma nel design innovativo che li caratterizzava.
Gli anni del boom economico
Gli anni del boom economico coincidono con la massima espansione dell’Olivetti. Adriano, innamorato del modello di business americano esporta il design made in Italy in tutto il mondo. Le sedi dei diversi punti vendita vengono realizzati dai più brillanti architetti dell’epoca. Famosissime sono le vetrate trasparenti illuminate di notte che verranno poi “rubate” da Steve Jobs per la sua Apple.
L’innovazione dell’imprenditore di Ivrea non si registra solamente dall’aumento di vendite e lancio di nuovi prodotti. Memore degli anni in catena di montaggio, mira a valorizzare la componente umana di ogni livello aziendale.
L’obiettivo era chiaro: creare una società più giusta e più sana e una comunità di lavoro basata sulla felicità collettiva. Vengono quindi creati per i lavoratori un sistema di servizi sociali: quartieri residenziali, ambulatori medici, asili, mensa, biblioteca e cinema gratuiti. Il risultato? Un significativo aumento della produttività e della qualità del lavoro.
Olivetti e Ivrea: un legame indissolubile
Il 27 febbraio 1960 Adriano Olivetti muore, colto da malore su un treno in Svizzera, partito da Milano e diretto a Losanna. Nonostante la prematura scomparsa, l’azienda ha continuato ad espandersi grazie alla guida dei fratelli di Adriano. Due anni dopo la sua morte, nasce la fondazione che porta il suo nome, ancora oggi attiva. Dal 2003, Olivetti viene ceduta al Gruppo Tim.
Il nome Olivetti resterà per sempre legato alla città di Ivrea sede della storica azienda piemontese che, grazie alle opere realizzate, finanziate e ispirate alla visione dell’imprenditore è stata nominata patrimonio mondiale dell’Unesco.
Il sogno di Olivetti vive ancora nei prodotti iconici della sua azienda come la famosa macchina da scrivere Lettera 22 esposta al MoMa di New York e tra i riconoscimenti ricevuti in vita come il premio per “l’azione di avanguardia nel campo della direzione aziendale internazionale” della National Management Association per aver trasformato un’azienda piemontese di macchine da scrivere in un colosso dell’informatica mondiale.