Di recente durante un viaggio a Londra ho avuto la possibilità di intervistare alcuni giovani italiani che lavorano come manager in aziende di diversi settori. Mosso dalla curiosità di sapere come funziona la gestione del personale in questa metropoli cosmopolita, ho scoperto delle best practice davvero interessanti.

1. Non contano i titoli, i diplomi, i pezzi di carta. Qui le aziende valutano le persone sulle effettive esperienze trascorse nei ruoli ricoperti, esaminando come i candidati hanno affrontato le problematiche tipiche delle mansioni. Jessica, 26 anni, da 3 a Londra in forze presso uno dei migliori hotel 5 stelle di Londra: “Ho perso 3 anni per prendere una laurea in Italia. Se invece avessi fatto 3 anni di esperienza in questa città oggi sarei già manager”.

2. Ogni collaboratore risponde a un manager preparato a svolgere la funzione. Anche nella ristorazione, la figura del people manager è fondamentale per il buon funzionamento e la crescita del team assegnato. Il manager a Londra non può usare sistemi repressivi per risolvere i problemi sul lavoro altrimenti gli organi legali di controllo sul lavoro possono intervenire a favore del lavoratore sanzionando anche l’azienda. Il manager può formare, allenare, sostenere e se la persona non va bene nelle performance richieste interviene dicendo “Come ti posso aiutare?”. Francesco, 28 anni, da 8 a Londra, manager in un prestigioso showroom di una nota azienda di moda italiana: “Gestisco attraverso figure intermedie 19 persone. Se qualcosa non va nelle performance di una persona mi chiedo cosa posso fare per lei. Il mio manager si aspetta che io risolva la questione. Se la persona, dopo i miei interventi, non risponde, ho a disposizione le lettere di richiamo che posso utilizzare come ultimo mezzo per allontanare la persona che evidentemente non va bene nel ruolo.”

3. A Londra il lavoro duro è la normalità, in qualsiasi settore. Le aziende, tramite i manager, mettono le persone appena inserite in una modalità turbo sin da subito. Dopo il training iniziale, ben organizzato, la persona deve produrre. Il suo manager ha questo compito. Luca 26 anni, da 4 a Londra, lavora nel ristorante di un hotel prestigioso. Mentre gli porgo qualche domanda non molla lo sguardo verso il suo campo da combattimento. “Qui lavoriamo anche 11 ore al giorno, non ci possiamo permettere distrazioni. In questi anni ho imparato tantissimo e sono cambiato come persona.”

4. Il people management praticato a Londra aiuta le persone a migliorare. Questo comporta che la persona è in grado di cambiare lavoro anche ogni 2/3 anni grazie alla sua crescita. Francesco mi dice che ha cambiato 3 aziende, l’ultima delle quali lo ha esaminato con 5 colloqui condotti da persone diverse nell’arco di un mese. Le aziende, anche quelle meno blasonate, nel loro organigramma prevedono qualcuno che si occupi di HR e recruitment.

Un giorno a pranzo mi trovavo al Mercato Metropolitano, una sorta di centro food do e poter trovare cibi titpici di diverse nazionalità. Era lunedì, un giorno piovoso tipico di Londra e il centro era praticamente deserto. Mentre gustavo una bistecca argentina, osservavo il personale dei vari stand. Nessuno era con il telefonino in mano o a stare immobile ad aspettare la fine del proprio turno. Erano invece intenti a portarsi avanti, a fare operazioni straordinarie di manutenzione o di pulizia come se qualcuno li osservasse. Ad un certo punto noto una ragazza che girava i vari stand conversando con il personale. Sergio, un giovane italiano da 30 giorni a Londra mi dice che lei è la manager incaricata dai titolari per risolvere le problematiche che possono emergere presso gli stand e a far rispettare le regole, perchè tutto deve andare bene.

E poi mi viene in mente che qui a Londra la responsabilità non è un optional, a tutti i livelli altrimenti sei tagliato fuori. E se anche nelle nostre PMI italiane fosse cosi? Non bisogna essere a Londra per comprendere che puoi avere in azienda persone responsabili solo se per prima cosa lo sei anche tu imprenditore. Affinché le persone responsabili siano produttive è necessario che in azienda l’imprenditore adotti un sistema di organizzazione efficace, come accade a Londra.
Quando il livello di responsabilità in un imprenditore è insufficiente, le aree in cui si verifica questo soffrono, non producono abbastanza, sono intrise di lamentele e giustificazioni. Se la responsabilità di un collaboratore è insufficiente, prima o poi rischia di essere licenziato. E se lo è quello di un imprenditore? Saranno i suoi clienti a licenziarlo, prima o poi…

Dr. Gaetano Seminara
Direttore Tecnico
OSM Value Srl

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